giovedì 2 ottobre 2014

who knew

Stavo rileggendo i post che scrivevo esattamente un anno fa, e ora, ho i brividi sulla pelle.
Non riesco a credere che in un solo anno sia potuta cambiare radicalmente la mia vita. Mi sembra assurdo.
Sono circa sei mesi che non scrivo nulla su questo blog, ma adesso, sento il bisogno d'aggiornarlo.

Penso riempirei un libro con tutte le parole che potrei usare per descrivere ciò che è successo mentre non ho più scritto post. Mi limiterò a dire ciò che provo, quello che mi passa ora in mente e scriverò qualche informazione generale. Dato che è questo, quello che mi sento di fare.

Come dicevo nel post precedente a questo, se non ricordo male, non mi sentivo di dire che era finito tutto, che non sarei stato più male né avrei avuto attacchi di panico. Infatti, dopo mesi di calma e di felicità, ho avuto una forte ricaduta e conosciuto un'ansia apparentemente più forte di prima. Il tutto è successo quest'estate, circa a fine Luglio. La mia paura era quella di dover cominciare nuovamente il mio percorso e che in realtà prima non avessi fatto nessun progresso. Ovviamente mi sbagliavo, in quei momenti non ero lucido e la mia mente mi giocava brutti scherzi che non riuscivo a controllare. Non voglio scrivere tutto nei dettagli, quindi penso che questo basti. Ciò che ritengo invece importante, è che dopo questo episodio ho iniziato una terapia con lo xanax. Per quanto assumere farmaci fosse contro i miei principi, necessitavo (e necessito) di un aiuto. Ovviamente prima mi sono informato e tuttora lo faccio, lo xanax mi aiuta ad annullare l'ansia e a riportarmi in una condizione normale, in cui posso essere lucido e percepire le mie reali emozioni. E' solo un tampone per l'ansia, il reale lavoro lo faccio con la psicoterapia. Spero comunque il prima possibile di sospendere la terapia con lo xanax.
Poco a poco ho iniziato a star meglio ed ora, eccomi qua. Non posso dire di stare sempre bene, ho alti e bassi. Penso di riuscire a controllare in modo diverso ciò che mi sta accadendo e di essere più razionale.

Quest'estate l'ho passata interamente con Ruben. Abbiamo fatto tre mesi di convivenza ed è stato davvero stupendo. Fortunatamente, sia che mi accadano cose belle che brutte ho sempre il suo supporto. Il rapporto che c'è tra di noi è sempre una meraviglia. Sono convinto, ogni giorno di più, che lui sia una delle scelte più giuste che io abbia fatto nel corso della mia esistenza. Il mio amore per lui cresce con il tempo che passa e ormai siamo una coppia da dieci mesi. Come credo nelle favole, voglio credere ad un possibile "lieto fine" assieme a lui. Non vorrei nessun altro al mio fianco per il resto della vita. Ovviamente, tengo i piedi per terra e cerco di godermi ogni momento che passiamo insieme nel presente senza proiettarmi troppo nel futuro.

Con la mia famiglia, devo dire che non ci sono stati grandi miglioramenti. I miei genitori sono quello che sono e non si possono cambiare (come del resto, loro non possono cambiare me). Il rapporto con loro è sempre lo stesso, ovviamente io cerco di tenere le acque calme e di trovare un'equilibrio, dato che una situazione familiare simile mi fa stare male. Piango ancora quando i miei genitori m'insultano, non mi lasciano parlare o non m'ascoltano. Questa freccia, colpisce ancora il mio cuore e mi fa soffrire. Per quanto riguarda mio fratello, nulla da dire: invisibile come sempre. (Ma a differenza dell'anno scorso, oggi mi sono ricordato del suo compleanno senza doverlo vedere da facebook.)

Anche nell'ambiente scolastico tutto è rimasto invariato: professori stupendi e compagni che non hanno intenzione di utilizzare il cervello che hanno. I professori sono sempre disponibili e comprensivi con me, dicono che mi vedono in una situazione migliore rispetto a quella dell'anno scorso. Ora riesco a gestire anche l'ansia durante le lezioni e cerco di non farmi condizionare troppo. Il mio obbiettivo sarebbe quello di fare un ottimo anno scolastico ed impegnarmi nonostante ciò che mi succede.

Ora passiamo alla parte più importante. Il motivo di questo aggiornamento è perché, come dicevo all'inizio, ho visto un forte cambiamento rispetto ad un anno fa. Se leggo ciò che scrivevo, mi sembra di leggere le parole di un'altra persona. Per quanto ora io possa stare male, dodici mesi fa (anche se inconsciamente) stavo decisamente peggio. Era proprio in quel periodo che iniziavo a diventare fragile e a chiedermi dove fosse finito il "vero Michael, che, a differenza della persona che stavo diventando, in apparenza trovava sempre un modo per andare avanti. In realtà invece quello non era un punto di forza, era semplicemente evitare i problemi. Evitandoli per vari anni, si sono accomunati fino a farmi arrivare alla situazione davvero grave dello scorso Dicembre (quando si verificarono i primi attacchi di panico). L'Ottobre scorso trovavo come soluzione ai miei problemi l'autolesionismo, inoltre mi affidavo ad alcol, droghe leggere e sigarette per non pensare ed essere felice. (Non penso questo sia il ritratto di una persona che sta bene per quanto possa essere forte agli occhi degli altri.) Ora, invece, ho tolto dalla mia vita alcol e droghe leggere, ma non solo, da Luglio ho eliminato anche le sigarette. Pensavo al fatto di dovermi rifare la cresta, che era un mio punto di forza, ed ora invece, l'ho tagliata. Esattamente un anno fa, il nome del post faceva già intuire in che situazione fossi. (02.Ottobre.2013) Come scrivevo, dovevo mostrare un sorriso falso, per poi morire dentro. Un'esistenza fatta di falsità e di maschere, totalmente diversa dalla realtà che sto vivendo attualmente. Ripeto, ho i brividi a leggere i post di un anno fa, ma grazie a questo sono consapevole di quanto ora ami la vita e di quanto voglia fare di tutto per star bene.

Penso che se gli attacchi di panico non se ne siano andati del tutto quest'estate, è perché non avevano finito il loro lavoro. Devo ancora imparare molte cose per diventare ciò che vorrei. Anche se il percorso  è ancora lungo, penso di avere le capacità per affrontarlo e di avere anche le persone giuste vicino. Continuo a vedere lo psicologo una volta a settimana: con lui si è creato un rapporto quasi mistico e davvero forte, le sedute volano e sono sicuro che, con il suo aiuto, potrò farcela. Devo molto anche ad altre persone che ho vicino, che farebbero di tutto per me e per la mia felicità. Non posso sicuramente dire di essere solo, anzi, il contrario. Ho diversi obbiettivi principali da seguire. Devo diventare il Signore delle mie Emozioni, devo imparare a controllarle, conoscerle e gestirle. Vorrei capire ciò che mi fa stare bene e tirare fuori ciò che di creativo c'è in me, tramutandolo in energia e soddisfazioni. Quindi dovrei buttarmi ed applicarmi in qualche attività che mi entusiasmi e mi possa piacere. Come sempre il cinema e la musica sono all'inizio dell'elenco, ma prendo in considerazioni anche l'idea dello sport e di altre attività artistiche. Per ultimo, ma non meno importante, vorrei creare una situazione famigliare in cui io stia bene, senza cambiare nessuno né litigare in continuazione. Trovare un modo che possa far arrivare ad un punto d'incontro tutti, finché io vivrò qui. Non sarà semplice, ma con pazienza e impegno, penso di potercela fare.

Per ora concludo qui, anche se avrei tante (troppe) parole da scrivere.
Ciao, da un Michael che ama vivere e che accetta anche i suoi difetti.

Ogni cosa ha la sua morale, se si sa trovarla. -Lewis Carroll


martedì 15 aprile 2014

always smile

Beh, che dire?
E' da più di due mesi che non aggiorno questo blog e in quest'arco di tempo la mia vita direi che è decisamente cambiata. Ho riletto velocemente i post di mesi fa, ma non ricordo esattamente dove sono arrivato a raccontare e cosa ho detto di preciso. Non voglio rileggerli con attenzione per poter fare ora un post con collegamenti adeguati e che spieghi tutto dettagliatamente, sarebbe come fare un tuffo nel passato e io in questo aggiornamento voglio parlare del mio presente. 
Gennaio e Febbraio sono stati l'apice del mio dolore devo dire. 
Mi sentivo perennemente in una gabbia e non riuscivo mai ad essere completamente felice.
Ci sono stati diversi episodi in cui sono stato particolarmente male ma dato che fanno parte appunto del mio passato, non mi metto a scriverli ora.
In questo lungo periodo riconosco di aver fatto progressi. 
Anche con lo psicologo (che continuo a vedere una volta alla settimana.) ho fatto progressi e sono davvero felice di aver iniziato un percorso assieme a lui. Devo ringraziare ovviamente anche le persone che mi sono state vicino e che non mi hanno mai smesso d'aiutarmi e credere in me.
Sono fiero di me e di ciò che sono diventato ora: un Michael totalmente diverso da quello che ero prima. Alle resa dei conti, sono felice di aver affrontato un periodo così difficile e gli attacchi di panico.
Anzi devo dire che senza un periodo simile non sarei sicuramente la persona che sta scrivendo ora.
Non ho più attacchi di panico da circa un mese e nelle ultime settimane sono sempre allegro e spensierato. Le gente accanto a me dice che son felice ora e io per primo riconosco miglioramenti.
Devo dire che ora sto bene; non vorrei mai ritornare la persona che ero prima di quel venti dicembre.
Sono cresciuto. Gli attacchi di panico sono arrivati in mio soccorso per scuotere tutto ciò che nella mia vita avevo lasciato depositare dentro di me e che infine è esploso. 
Non voglio dire che ora sia finito tutto, ma son sicuro che ci sono stati dei passi avanti. 
Ho riflettuto molto su di me e su ciò che mi sta vicino. 
Penso di non aver mai avuto un rapporto con il mio 'io' interiore come quello che ho ora. 
Bisogna vivere il presente, sempre. Se ci facciamo condizionare dai ricordi dal passato avremo sempre la malinconia per quel tempo che non potrà più tornare. Il futuro invece è pieno di dubbi e d'incognite, anche se cerchiamo di programmarlo non andrà mai come crediamo. Quello che bisogna fare è vivere al meglio il nostro presente, perché ogni attimo è unico ed irripetibile e poco dopo farà già parte del passato. Tutto parte da noi: se lo vogliamo possiamo stare bene.
Ci sarebbero infinite cose da dire ma questa mi sembra una delle più importanti lezioni che ho imparato.

Ruben. Beh, con Ruben ci sarebbero davvero altrettante cose da dire. 
Appena scrivo il suo nome il sorriso mi spunta sul viso.
Con lui va tutto davvero bene, soprattutto nell'ultimo periodo. 
Il nostro legame è qualcosa d'indescrivibile e anche la nostra storia. 
Non penso di aver mai provato ciò che provo per lui in vita mia.
Il mio amore per lui aumenta ogni giorno e ho sempre di più la conferma che sia la persona giusta per me. Nell'ultimo mese ci siamo visti praticamente ogni settimana e ogni volta è sempre più intenso e più bello passare del tempo assieme a lui. Casualmente avevo aggiornato il blog quando mancava un giorno per passare per la prima volta dieci giorni insieme a lui nella vacanze natalizie, anche oggi manca solo un giorno e poi passeremo dieci giorni per le vacanze di pasqua. 
Sono sicuro che è una delle poche persone in questo pianeta che mi sarebbe stata così vicino e avrebbe sopportato tutto ciò che ho passato in un periodo buio come quello che è stato.
Mi convinco sempre di più che è la persona con cui vorrei passare il resto della mia vita.
Chissà, l'amore può davvero durare per sempre? Io ho i miei dubbi, ma ora mi godo il mio fantastico presente con lui.

In famiglia è rimasto tutto invariato, anche se ci sono dei piccoli miglioramenti da parte dei miei genitori. Appena ne avrò la possibilità, voglio andarmene da qui ed iniziare a vivere realmente la mia vita. Con lo psicologo siamo arrivati ad una specie di conclusione: la maggior parte di ciò che ho depositato nel tempo e di ciò che mi faceva star male riguardava il nucleo famigliare.
Non c'è molto da fare a riguardo dato che non posso cambiare la mentalità dei miei genitori.
Quindi sopporterò e cercherò di vivere nel miglior modo possibile mentre sono qui, sognando un'altra vita lontano da questo paese.

A scuola tutto bene. C'è stato poco fa il colloquio e tutti i professori sono fieri di me. Hanno detto che anche con questo periodo i miei risultati a scuola sono eccellenti. (Ricordate che spesso uscivo dalla classe dati gli attacchi di panico?) Che sono sia uno studente che una persona splendida.
La maggior parte dei miei compagni restano ignoranti come sempre. Più volte nell'ultimo periodo ho pensato di ritornare al liceo artistico ma i miei genitori hanno bocciato l'idea.
Inoltre ho iniziato a prendere in considerazione l'idea di fare psicologia all'università e magari di coltivare la mia passione per il cinema fuori dall'ambito scolastico. Mi piacerebbe aiutare persone ad affrontare i disagi della vita, proprio come è successo a me. Penso di essere empatico e di saper ascoltare le persone che hanno bisogno d'aiuto. Ma ora non voglio farmi troppi progetti futuri, valuterò pian piano durante il mio percorso anche quest'aspetto.

Negli ultimi mesi ho iniziato a scrivere un diario cartaceo per i momenti di riflessione o di sfogo.
Questo è uno dei motivi per cui non ho più aggiornato questo blog. 
Devo decidere se riprendere a scrivere qui o se continuare con il diario.

Come diceva Oscar Wilde:
"L'esperienza è il tipo d'insegnante più difficile. Prima ti fa l'esame, poi ti spiega la lezione."
Ad ogni modo, bisogna affrontare la vita sempre con un sorriso.



sabato 1 febbraio 2014

to live and not to breathe

Vi prego, datemi una forte botta in testa e ditemi che tutto questo è solo un incubo.

Non ne posso seriamente più. Non penso di riuscire a farcela.
Io ci metto tutto me stesso ma non ho più le forze, non so per quanto riuscirò a vivere ancora così.

Prima di tutto, ho discusso con Ruben.
Non potevo tenermi più dentro le mie paure e insicurezze che si stavano concretizzando.
In quest'ultimo periodo, lo vedevo più distaccato. Come se mi desse per scontato.
Vedevo che metteva altre cose prima di me e del nostro rapporto.
Quando mi ha sempre dimostrato di mettere me prima di tutto. Non sentivo più questa cosa ora.
Se stavo male e gli chiedevo di vederci, l'avrebbe subito fatto. Ora, non credo.
Prima di metterci insieme, sapevamo entrambi che sarebbe stata una storia difficile data la lontananza e il resto, quindi gli ho fatto promettere che ci saremmo visti spesso e che la tristezza del non vederlo o di non averlo vicino, non sarebbe mai stata più forte della felicità che mi donava.
Mi ha detto che forse ci saremmo visti a fine febbraio, per le vacanze di carnevale.
Io un mese senza vederlo, non riesco a viverlo, si vede che abbiamo bisogni diversi.
Non è possibile che non riesce ad organizzare tra tutti i suoi impegni dei giorni che dedica solo a me.
Io già soffro nel vederlo solo due week end al mese, figuriamoci se si tolgono anche quelli.
Che cazzo di relazione diventa? Io ho bisogno anche di averlo accanto a me fisicamente.
Non posso non sentire il suo odore, non sfiorare le sue labbra e non vederlo per un mese.
Lui dice che per lui sono tutto, che vengo prima di ogni altra cosa.
Capisco davvero che lui abbia tanti impegni, la scuola prima di tutto.
Ma allora, non dire che vengo prima di tutto, se tutti i tuoi impegni vengono prima di me.
Non ce l'ho fatta e quindi mercoledì sera, l'ho chiamato e ne abbiamo parlato.
Sono stato duro fino alla fine, ero convinto sulla mia idea e dovevo portarla a termine.
Mi faceva male dire certe cose e soprattutto sentire la sua reazione, ma dovevo farlo, oppure ne avrei sofferto ancora di più, mettendomi una maschera e non affrontando questo discorso.
Io davvero non capisco se sia successo qualcosa, lui mi dimostra il suo amore e che mi posso fidare, ma sembra che lui riesca a vivere questa relazione anche senza vederci.
Nell'ultimo periodo, grazie a quest'ansia e agli attacchi di panico di merda, non riesco più ad essere forte  e ad affrontare le cose come prima. Mi ero promesso infatti, che ci avrei pensato più volte prima di dire o fare qualcosa d'affrettato, perché forse era dovuto alle paranoie.
Negli ultimi giorno ho concretizzato, che non erano solo paranoie, ma c'era qualcosa di vero di fondo.
Ho lasciato andare la mia vita, ho smesso di mettere me stesso sopra a tutto.
Questo non sarebbe egoismo, ma amor proprio. Io ho messo prima di tutto Ruben e la nostra relazione.
Io sto vivendo, solo per questo. Sento di non aver più uno scopo nella vita.
Non m'interessa se riuscirò a realizzare il sogno che ho sempre avuto di diventare un attore o un cantante, l'importante è che nel mio futuro ci sia Ruben.
Io mi alzo solo per sperare che il momento in cui me ne ritorni a dormire nel letto arrivi presto.
Così potrò contare un giorno in meno a quando sarò di nuovo vicino a Ruben.
E poi? Cosa succede? Arriva il momento in cui sono con Ruben, sto davvero bene, riesco di nuovo ad avere il sorriso e ad essere me stesso. Poi capisco che il tempo è poco e che presto ritornerà la routine.
Io non posso non sapere quando vedrò la prossima volta Ruben, perché sto vivendo di questo.
Solo pensare, che per lui non è la stessa cosa, che riesce a vivere bene senza vedermi e che ci potrebbe essere altro prima di me, prima di noi, mi uccide.
Io mi fido di Ruben, posso capire davvero quanto sia stressato con la scuola e con gli altri impegni.
Quest'anno ha l'esame di quinta, frequenta il liceo linguistico e quindi capisco che ci sia molto da fare e da studiare. Mi provo a mettere nei suoi panni, provo a crederci quando mi dice che sta facendo davvero di tutto per noi e per vederci, ma non riesco a capire come lui riuscirebbe a vivere così.
Io sono davvero felice di come ho affrontato la cosa, di come ho parlato al telefono. Ero fiero di me.
Ciò che volevo dire con quella chiamata, era che io d'ora in poi, non avrei più organizzato ne stabilito le date in cui ci saremmo visti. Avrei lasciato tutto nelle sue mani, avrei lasciato fare a lui.
Ovviamente se lui non organizza le cose come avevamo stabilito e non gli da importanza, le cose cambieranno. Perché significa, che non mette davvero noi prima di tutto e che non è così importante vedermi. All'inizio della storia o anche solo dell'amicizia, era lui quello che insisteva e parlava continuamente di vederci, io mi sentivo benissimo, sentivo davvero che lui aveva bisogno di me e di un mio abbraccio, di una chiacchierata guardandoci negli occhi o solo di vedermi, per star bene.
Ora mi sentivo scontato e non sentivo più questa cosa che invece prima faceva.
Ovviamente, mi sento amato, ma questa cosa non la sento uguale a prima.
Io non lo voglio obbligare a fare questa cosa, ma io non riesco più a farla, perché ci sto troppo male quando mi dice che non sa quando ci vedremo e quindi ci restano solo parole e ipotesi.
Dopo che abbiamo discusso al telefono, lui è stato male. Non è andato nemmeno a scuola il giorno dopo. L'unica cosa che voglio, è che lui stia bene, che la nostra storia vada bene, di conseguenza starò bene anche io. Nei giorni seguenti, ho cercato d'abituarmi all'idea che non avrei più deciso ne saputo io quando ci saremmo visti, che non sapevo più niente e che avrebbe deciso tutto lui.
Ero abbastanza apatico, non ero molto felice, perché questo ha implicato un cambiamento nella coppia.
Se qualcosa andasse male, tutto potrebbe cambiare.
Se dovesse cambiare qualcosa nella relazione, dato che per me vale davvero tutto, non so cosa farei.
Io e Ruben ne abbiamo riparlato, mi ha detto che d'ora in poi, cercherà d'organizzarsi meglio.
Io mi fido di lui e spero davvero lo faccia. Non sentendosi obbligato, ma perché lo vuole davvero.

Giovedì, mi ha chiesto se mi andava d'andare da lui il prossimo fine settimana, come avevo programmato io il mese scorso e che in giornata l'avrebbe chiesto a sua madre.
Ho aspettato tutto il giorno da lui la risposta di sua madre, per vedere se potevo andare o meno.
Poi mi ha detto che aveva litigato con sua madre e quindi sicuramente non era il momento giusto per chiedere se potevo andarli a trovare. Nella mattina ho visto lo psicologo, abbiamo affrontato discorsi di varia natura insieme che dobbiamo continuare la settimana dopo. Come l'ultima volta è riuscito a tranquillizzarmi e a farmi sfogare. Peccato che il tempo sia poco e che ci sia una seduta a settimana.
Nel pomeriggio di giovedì, ho deciso di reagire, che ero forte e che avrei smesso con questo periodo buio. Quindi dopo più di un mese che non lo facevo, mi sono colorato i capelli e ho fatto la cresta.
Ho fatto la tinta verde, mi sono rasato i lati e finalmente mi son rifatto la cresta.
Pensavo che stavo ritrovando la forza e la fiducia in me stesso e che mi stavo finalmente per rialzare.
Forse avrei rivisto presto il vecchio Michael e l'ansia se ne sarebbe andava via.
Ero pronto per affrontare il giorno dopo.

Ed eccoci ad ieri, venerdì.
Tutti erano felici di rivedermi con la cresta: famiglia, compagni, professori e amici.
Infatti, mi han detto che sembravo di nuovo me stesso e che nell'ultimo periodo non ero più io.
All'inizio tutto sembrava andare bene, come sempre il giudizio degli altri non m'interessava ed io ero fiero di me e della mia cresta.
Ma, durante la verifica di matematica, ho iniziato a pensare all'esame che avrò a fine anno, al tempo che scorreva e al fatto che non riuscivo a concentrami sulle domande.
L'ansia m'accompagnato per tutta la verifica fino al suono della campanella.
Il resto della mattina è andato bene e anche con Ruben le cose sembrava stessero ritornando come prima. Mi ha detto che appena arrivato a casa, avrebbe chiesto a sua madre per il week-end.
Nel pomeriggio sono stato con mia cugina, mi ha fatto qualche foto e forse guardandole ho trovato una piccola parte d'autostima che avevo perso, anche se è una parte minima in confronto al resto.
Poi come sempre, improvvisamente, l'ansia mi ha assalito.
Ho iniziato a pensare a quanto la mia vita non avesse uno scopo, a quando rivedrò Ruben, a quanto è difficile affrontare la routine con tutti questi problemi e sono andato nel panico.
Inoltre era ormai sera e della risposta che mi doveva dare Ruben, non sapevo ancora nulla.
Sentivo dolori anche fisicamente, nausea e male allo stomaco.
Come se non bastasse, il mio piccolo mondo in cui mi sono sempre rinchiuso si è rivoltato contro di me.
Io sono visionario e quindi spesso vede delle cose e la realtà in un modo diverso.
Ho sempre adorato questa parte di me, ma ieri sera, ieri sera è stato orrendo.
Sia ad occhi aperti che chiusi, vedevo cose orribili.
Uomini deformati, bambole che cadevano, oggetti di morte e sangue ovunque.
Ero nel letto, non riuscivo a respirare e nemmeno a muovermi. Credevo di morire.
Sentivo il bisogno di tagliarmi, dopo tutto questo tempo che non l'avevo più fatto.
Da quel giorno in cui ho visto Ruben per la prima volta, non l'ho più fatto e non capivo che mi succedeva in quel momento. Pensavo che ormai fosse finita, che non avesse più senso vivere.
Infine, ho scritto a Ruben, si è preoccupato e mi ha chiamato.
Siamo stati al telefono tanto tempo, finché non mi son ripreso e son riuscito ad andare a dormire con i miei, perché in camera mia, in quale situazione e con quelle visioni non ce l'avrei fatta.
Non ricordo molto di ciò che ci siamo detti, stavo davvero malissimo.
Però ricordo che in un momento l'ho sentito davvero vicino, come se fosse qui.
Esattamente una settimana fa, in quel momento, eravamo sul letto abbracciati.

Oggi sono praticamente con il morale a terra, mi sento davvero tanto debole anche fisicamente.
Penso a ciò che sarà della mia vita, penso ad un futuro con Ruben e voglio stare bene al più presto.
Ruben mi ha detto che sua madre non vede l'ora di vedermi la prossima settimana.
Io spero di riacquistare un po' di forze, perché dopo ieri sera sono distrutto.
Non so se andare o meno da Ruben. E' ovvio che io voglio andare e abbracciarlo.
Ma poi? Se non ci dovessimo vedere per tre settimane, quindi nuovamente fino alle vacanze di carnevale? Se poi non decidesse un'altra data prima delle vacanze in cui saprei sicuramente di vederlo?
Io ho bisogno di queste certezza per andare avanti, di sapere quando potremo abbracciarci di nuovo e non di vedere solo il momento in cui io me ne vado via da lui, ci salutiamo alla stazione e si ritorna alla routine senza uno scopo. Non so che fare, forse se riesco a resistere a non vederlo fino alle vacanze di carnevale, m'abituerò a questa cosa, accetterò la distanza e forse non starò più così male ne ci sarà bisogno di discutere per decidere quando vederci. Anche se non è giusto, non so davvero che fare.
La cosa che mi da più fastidio di tutte, è che se non ci fosse questa lontananza tutto andrebbe bene.
Ne sono convinto. Non so che darei, per abitare vicino a lui, andare la sera a suonargli il campanello e dopo una giornata di studio coccolarlo finché non s'addormenta.
Mi manca da morire, ma io non posso vivere così. Devo vivere per noi, per lui ma anche per me.
Spero solamente di essere davvero la sua felicità, il suo sorriso e il suo tutto, anche dopo di questo.
Parlando sempre di lontananza, mi manca da morire Cinzia, la mia migliore amica.
Se qui ci fosse lei, tutto andrebbe meglio. Saprei cosa fare durante i pomeriggi e lei non permetterebbe che io stia così male e troverebbe qualcosa da fare per farmi passare tutto o distrarmi.
Mi mancano i miei compagni del liceo, mi manca stare con loro e mi manca il clima di quella scuola.
Se non fosse per i professori stupendi che ho ora e che invece là non esistono, sarei già tornato.
Per l'ultima cosa, oggi ho provato a parlare con i miei di quanto mi manchi Cinzia, Ruben e anche i compagni del liceo, dato che mi chiedevano ripetutamente perché ero così triste.
Loro più che starmi vicino, mi hanno dato contro, facendomi notare che sono assurdità e cose che non sono possibili. Gli ho detto di non interessarsi più di questo problema perché mi fanno stare più male che bene. Mi spiace, capisco che loro non ci sono dentro e vogliano fare qualcosa per aiutarmi, ma non lo fanno nel modo giusto, non gli chiedo di lasciarmi in pace, ma solo di non peggiorare la situazione.

Beh, alla fine ho passato il pomeriggio aggiornando il blog, non ricordo bene tutto quello che ho scritto perché l'ho scritto spontaneamente, però scrivere mi ha aiutato a sfogarmi.
Spero di aggiornare presto e spero soprattutto di aggiornare con notizie positive.
Sotto metto una foto fatta ieri, delle persone per me importanti mi hanno detto che è davvero bella e che adorano il mio sorriso. A me non piace il mio sorriso, ma spero davvero che a loro trasmetta qualcosa.

"Quando la distanza diventa solo un numero, entriamo in gioco noi.
Non importa quante ore di viaggio dividano le nostre vite,
il pensiero che un giorno si possano incrociare annulla il resto."


Smile.



martedì 28 gennaio 2014

you are the only exception

Sta finendo Gennaio, il tempo si sta già portando via il primo mese dell'inverno.
In questi giorni mi fermo molto a pensare allo scorrere del tempo.
E' come fare un tuffo nel passato e poi confrontarlo con il presente.
Quante cose sono cambiate nelle mia vita nell'ultimo periodo, pure io stento a crederci.

And that was the day that i promised, i'd never sing of love if doesn't exist.

L'amore è una cosa davvero indescrivibile, capace di darti o toglierti tutto.
Nel mio caso l'amore mi ha salvato da un periodo d'insicurezza e confusione totale.
Una delle persone più inaspettate, è riuscita a mettere nuovamente in funzione il mio cuore.
Ruben da quel giorno in cui ci siamo visti è riuscito a scatenare in me emozioni davvero forti.
Penso che questo tipo d'emozioni, così naturali, così inaspettate e così forti nel le avevo mai provate.
E' riuscito a togliermi da quel periodo orribile e ha riempito la mia vita donandomi felicità e amore.
Grazie a lui, ho anche smesso di tagliarmi. Mi ha dato la forza e la speranza di credere in me e in noi.
Io ormai non credevo più nell'amore, ero apatico in quel periodo e stavo davvero male.
Facendo un breve confronto con ora, le cose sono totalmente cambiate.
Ripenso a questo week-end. Come avevo scritto, Ruben è venuto a trovarmi.
Io davvero, penso sia stato un fine settimana stupendo. Ogni momento con Ruben, è stupendo.
Ci sono stati piccoli momenti in cui l'ansia si è fatta sentire, soprattutto uno in particolare.
Ma non importa, avevo di fianco a me la persona che amo e non potrei chiedere di meglio.
Quando l'ho visto arrivare in stazione, ho sentito ancora le farfalle nello stomaco.
Proprio, come la priva volta che l'ho visto. Anzi, sento che il sentimento che provo ora, è più forte.

Maybe i know, somewhere deep in my soul that love never lasts.
And we've got to find other ways, to make it alone or keep a straight face.

In questo periodo sono molto debole, sono irascibile e ho sempre la testa piena di paranoie.
Certo, tutto questo è dovuto soprattutto all'ansia e agli attacchi di panico.
Ma dentro di me, ho paura che prima o poi l'amore e la storia tra me e Ruben possa finire.
Penso che sono sopravvissuto all'ultimo periodo solo grazie al sentimento che provo per Ruben.
E' la cosa più forte che sento in me, quella dove ricavo le forze per affrontare ogni giorno.
Da una parte è una cosa bellissima, realizzo quanto possa amare anche una persona come me.
Dall'altra è come se fosse una droga, penso che ormai non avrebbe più senso vivere senza Ruben.
Io lo comprendo e non ho problemi a mettermi in gioco. Vivere donando e ricevendo felicità.
Ma ho paura, davvero paura che il nostro amore non potrà durare per sempre e io, non saprei come fare.

And i've always lived like this keeping it comfortable, distance and up until now
i'd sworn to myself that i'm content with loneliness.
Because none of it was ever worth the risk.

Ho sempre cercato di tenere ad una certa distanza le persone da me.
Mi sono sempre creato diverse strade, non ho mai avuto una sola soluzione.
Non ho mai creduto nelle certezze assolute e sapevo che in qualche modo sarei andato avanti.
Me la sarei cavata e sarei comunque rimasto in piedi, senza cadere. Qualsiasi cosa fosse successa.
Ora, proprio in questo periodo, m'accorgo che invece vale il rischio di provarci.
Forse non avrò certezze con tutto il resto, ma se una persona riesce a riempirmi d'amore fuori e dentro, non ho bisogno d'altro. Quindi, dopo tutto questo tempo, mi sto ricredendo.

I've got a tight grip on reality but i can't let go of what's in front of me here.
I know your leaving in the morning, when you wake up.
Leave me with some kind of proof it's not a dream.

Come dicevo all'inizio del post, stendo a crederci. Stento a credere che io, conoscendomi così bene riesca a provare una cosa simile. Davvero tanto forte e che m'accompagni tutto il tempo.
La paura rimane, l'ansia e le paranoie rimangono e questo periodo di debolezza rimane.
Ma alla fine, ho tutto ciò di cui ho bisogno per essere felice. Davvero tutto.
Quindi, con calma, riuscirò a combattere tutto ed uscirne più forte di prima.
Non ho più paura ad aggrapparmi all'amore, anche se non sono sicuro che durerà.
Ruben è la mia ancora di salvezza. Spero che il sentimento che proviamo, sia equilibrato.
Io sento che entrambi siamo davvero innamorati e siamo sicuri dei nostri sentimenti.
Quando vedo Ruben, tutto cambia. I problemi e il resto spariscono e rimane solo lui.
Ma devo tenere un contatto con la realtà, devo sapere che la nostra non è una storia facile.
Sia per lo stesso sesso, ma soprattutto per la distanza. Ma non devo nemmeno lasciarmi influenzare troppo, quando lui è qui, accanto a me, pensando ai momenti in cui sarà lontano.
Vorrei che il mio tempo con Ruben non finisse mai, ma per ora non è possibile.
Ma i momenti che viviamo assieme, sono unici e perfetti, come frammenti d'un sogno.
Tutti i momenti, non solo quelli in cui siamo vicini fisicamente, quindi è il mio sogno e voglio viverlo.

Mi fermo molto a pensare al tempo, a quante cose sono cambiate e a quanto sono fortunato.
Questa volta, non ho aggiornato il blog dicendo in particolare ciò che mi è successo durante delle giornate, ma facendo un confronto e pensando a quanto sono felice e fortunato.
Penso che abbiate capito che questo fine settimana è stato stupendo e che non vedo l'ora di rivederlo.
Come ho detto, il periodo persiste, ma con accanto Ruben e altre persone che ci sono sempre per me, riuscirò ad uscirne più forte e ovviamente con un sorriso. 
L'amore che provo per Ruben è davvero una cosa forte ed indescrivibile.
Devo solo avere pazienza e godermi ciò che ho. 

And i'm on my way to believing.
Oh, and i'm on my way to believing.


venerdì 24 gennaio 2014

you’re gonna be the one who saves me?

Un buon pomeriggio a tutti.
Prima di tutto, volevo ringraziarvi per i commenti nei precedenti post.
Mi fanno davvero tanto piacere, quindi grazie di cuore.

La giornata di ieri, ovvero giovedì, non è stata proprio delle migliori.
Ho avuto per tutto il tempo l'ansia a scuola, non riuscivo a trovare un modo per rilassarmi.
Continuando ad essere così agitato per molto tempo, ero particolarmente paranoico ed irascibile.
Così paranoico, che alla minima cosa, m'arrabbiavo o m'agitavo ancora di più.
In quei momenti, mi sono sentito trascurato da Ruben.
Dato che non mi rispondeva e io sentivo bisogno di lui. Alla fine, sono stato male per questo.
Ora che sono a mente lucida e non ho ansia, realizzo che tutto ciò, si poteva evitare.
Ma in quel momento, io ci stavo male e il proprio stato d'animo, non si può decidere, anche se causato da una piccola cosa. Ovviamente l'ansia e l'agitazione amplificano tutto, anche appunto una piccolezza.
Alla fine, ho iniziato ad essere freddo nei confronti di Ruben e lo sono stato per tutto il giorno.
Mi spiace perché si poteva davvero evitare. Ma ripeto, non posso decidere il mio stato d'animo.
Nel pomeriggio, sono andato al canile con la mia amica Barbara.
Rivedere tutti i cani e vedere che si ricordavano di me, mi ha dato una gioia pazzesca.
Il pomeriggio al canile, è andato benissimo. Mi ha aiutato a rilassarmi e a non rinchiudermi in casa.
Io e Barbara abbiamo deciso d'andarci una volta a settimana per ora, poi si vedrà.
Sono davvero felice che una volta alla settimana, passerò in quel modo il pomeriggio.
Inoltre, Barbara è davvero una buona amica a cui dico tutto, quindi possiamo sfogarci ma anche scherzare e ridere, mentre siamo a portare a passeggio i cani.
Nella serata ero più tranquillo. Prima d'andare a dormire, ho chiamato Ruben e abbiamo risolto.
Nella vita abbiamo già tanti problemi, bisognerebbe evitare di creane altri con la persona che sia ama.

Oggi invece è stata una giornata a dir poco fantastica.
Ad essere sincero, questa mattina ero un pochettino agitato.
Pensavo al fatto che avrei incontrato per la prima volta lo psicologo, che dopo la seduta avrei avuto due verifiche di fila e che sarebbe arrivato Ruben, quindi dovevo essere "all'altezza di tutto" diciamo.
Dovevo affrontare tutto a testa alta e non avrei dovuto permettere a nulla di farmi star male.
Le prime due ore, le ho passate in classe. Ero abbastanza tranquillo, ma con questo pensiero fisso.
Vedo che l'orologio stava per segnare le dieci, quindi mi sono preparato e sono andato al consultorio.
Appena arrivato, ero agitatissimo. Guardavo ogni persona e ogni viso che passava e mi chiedevo:

"Sarà lui lo psicologo?"

Poco dopo è arrivato. Un uomo vestito in modo elegante, penso abbia circa trent'anni, non molto alto, con un viso molto espressivo e con gli occhi azzurri. Sembra cortese e simpatico a primo impatto.
Mi trasmette subito un'aura positiva e mi fa accomodare nella stanza.
Inizia subito a parlare, mi parla della collana che indossavo, me la descrive e mi parla dei gufi.
La collana ha come pendente un gufo, parlando del gufo, creatura saggia e della notte mi sono sentito subito a mio agio. Ha iniziato poi a parlare di ciò che lui fa e delle premesse.
Volevo chiedergli del segreto professionale, ma mi ha anticipato.
Già delle premesse, capisco che è una persona estremamente intelligente e molto aperta.
Concordato tutte le "regole" di base, ho iniziato a parlare.
Io parlavo a getto continuo, saltavo da un discorso ad un'altro. Lui m'ispirava fiducia e sicurezza.
Quindi mi son sentito libero di dirgli tutto, senza limiti. Gli ho parlato delle mie paure, di ciò che ho assunto l'ultimo giorno di scuola, del rapporto con i miei genitori, della mia passione per il cinema, della mia relazione con Ruben, ma soprattutto della mia situazione in questo periodo. 
Di come mi sento e di quanto desidero uscirne.
Lui mi ha fatto poche domande, a primo impatto mi ha detto che non gli sembravo affatto una persona ignorante, spero di non aver deluso le sue aspettative.
Era passata più d'un ora e la seduta doveva durare cinquanta minuti. Era volata in un soffio.
Quindi lo psicologo, mi ha interrotto e ha preso parola. 
Mi ha detto che secondo lui noi abbiamo nello stomaco tanti nodi. 
Tante preoccupazioni, che con l'ansia vengono compresse e ci fanno star male e non vanno via.
Ora insieme, cercheremo di sciogliere questi nodi e di ricavarne qualcosa.
Poi mi ha chiesto cosa voglio sinceramente io da lui, perché desidero il suo aiuto.
Gli ho risposto che io voglio uscire da questo periodo. Che voglio ritornare il Michael che ero prima.
Mi ha dato un appuntamento per giovedì prossimo, in cui potremo continuare a parlare.
Quell'uomo mi piace troppo, m'ascolta, mi sa dare consigli e valuta tutto in modo oggettivo.
Mi son sentito subito meglio, spensierato, felice e leggero.
Lo psicologo è riuscito a mettermi a mio agio e io son riuscito ad esteriore tutto ciò che avevo dentro.
Lo ringraziato davvero molto e sono ritornato dalla mia classe.
Ho fatto le verifiche le ultime due ore e poi sono andato a casa, senza pensieri negativi e senza ansia.

Mi sembra di essermi tolto un enorme peso. 
Ora sono più tranquillo e riesco a sorridere come prima.
Spero che questa sensazione persista, mi sembra di esser tornato padrone della mia vita.
Ma la giornata non è finita, tra meno di un ora abbraccerò finalmente Ruben.
Ora sto bene e sono sicuro che con Ruben accanto, sarò felice fino a poter arrivare a toccare la luna.
Manca davvero poco ed io sono estremamente felice.




mercoledì 22 gennaio 2014

insecurity

Oggi sono crollato.
Non riesco a capire, sia lunedì che martedì sono state due giornate positive.
Invece oggi è successo e non riesco ancora ad accettarlo.

Come avrete visto nel post precedente, lunedì ero molto positivo e la giornata era andata bene.
Martedì, ho lezioni fino alle 17.00, quindi ho passato praticamente la giornata a scuola.
Ieri tutto è andato bene, ero sempre positivo e ho passato una bella giornata.
Sorridevo, ero spensierato e felice.
Nella lezione pomeridiana ho avuto il dubbio, dopo una serie di cose, che l'intera classe sapesse della mia relazione con Ruben. Quindi sono andato nel panico.
Ho avuto un attacco e sono andato in bagno.
L'attacco di panico è durato circa cinque minuti e non è stato né preceduto né successo da particolari momenti d'ansia. E' stata una cosa veloce, sapevo da cosa era causato e l'ho bloccato subito.
Quindi secondo me, ieri è stata comunque una giornata positiva.

Oggi invece, non so cosa sia successo.
La giornata era partita normalmente, ero sempre positivo, ho fatto colazione e ho preso le mie pastiglie.
Sui mezzi è andato tutto bene, avevo la mia musica e Ruben sempre in testa.
Sono arrivato a scuola ed ero tranquillo e felice dato che il prof ci ha detto che avremmo visto un film.
Il film era davvero bello, ma giocava molto sulla psicologia e citava diverse volte la parola "ansia".
Alla fine del film, ho visto che non ero più tranquillo e la lezione di diritto me l'ha confermato.
Non riuscivo a seguire, nemmeno a leggere. Mi sentivo isolato, chiuso in una bolla, in trappola.
Suonato l'intervallo io e R. (R. è una mia compagna, ma prima di tutto una mia cara amica. E' una ragazza di cui mi fido ciecamente e che mi sta aiutando molto in questo periodo. Soprattutto a scuola.)
siamo stati per conto nostro, lei vedeva che stavo male e mi stava vicino.
In quel momento non riuscivo nemmeno a pensare di stare a contatto con altra gente.
Volevo chiamare i miei genitori ed andare a casa, non avrei sopportato due ore di lezione e poi i mezzi.
Alla fine, ho deciso di non chiamarmi e di cercare di affrontare il tutto a scuola.
Non mi stava per venire un attacco di panico, ma avevo l'ansia perenne e non svaniva.
Ruben mi ha detto di chiamarlo, ho pensato che fosse una buona idea, ma appena l'ho chiamato ho sentito che era in classe e che c'era caos, io stavo per sfogarmi e scoppiare a piangere al telefono.
Sentivo solo il caos, lui e dei compagni che ridevano.
Questo non mi stava aiutando, quindi ho deciso di riattaccare.
Ho deciso d'aspettare la mia prof di cultura umanistica e di provare a sfogarmi con lei.
Volevo cavarmela da solo, in quel momento non ce l'avrei fatta. L'ansia aveva deciso di stare con me.
R. ha aspettato con me ed una volta arrivata la prof è tornata in classe.
La prof è stata gentilissima con me, mi ha detto di fumare una sigaretta e di parlarle nel frattempo.
Anche se nell'ultimo periodo non sto più fumando, in quel momento quella sigaretta mi ha aiutato a parlare e a rilassarmi un pochino. Trattenevo le lacrime mentre parlavo.
Secondo lei la causa d'agitazione di oggi, è stato il film che ho visto.
Mi ha detto di piangere, di sfogarmi e di lasciarmi andare.
Le lacrime hanno iniziato a scendermi sul viso e intanto continuavo a parlare.
Siamo entrati nel suo ufficio, abbiamo parlato ancora un po' e mi ha detto che era meglio se per oggi non rientravo in classe, che dovevo starmene tranquillo liberando e impegnando la mente con altro.
Mi ha mandato in un laboratorio creativo che abbiamo a scuola, dove si dipinge e si creano oggetti.
Sinceramente, io non ci volevo andare. Ormai mi sentivo sicuro in quell'ufficio e non volevo andare in un luogo che non conoscevo, con persone che non conoscevo in un momento simile.
Quindi mi ha mandato con una scusa al laboratorio. Dovevo portare delle chiavi ad una certa Sara.
Arrivato in laboratorio ero agitatissimo, l'intenzione era dare le chiavi a Sara e andare via al più presto.
Sara invece mi ha trattenuto facendomi dipingere un oggetto in legno.
Pochi minuti dopo, stavo già meglio. Fin da subito ho notato che Sara era una persona fantastica.
In quel momento ero chiuso nella mia mente, lei invece cercava di farmi dialogare e trovava argomenti su cui in qualche modo avrei dovuto rispondere. Intanto che parlavo continuavo a dipingere.
Ero impegnato e mi stavo tranquillizzando pian piano. Sono stato più di un'ora.
Alla fine andare in questo laboratorio mi ha aiutato davvero molto.
Ormai mancava mezz'ora e sarei andato a casa. Sono ritornato dalla prof e l'ho ringraziata.
Mi era passato tutto ed ero tranquillo ora. Arrivato a casa ho mangiato e poi ho subito dormito.

Ero distrutto.

Ora sono qui che scrivo e che mi sfogo. Occhei, alla fine tutto si è risolto per il meglio, ma non riesco a capire perché. Perché improvvisamente mi deve capitare questo? Perché non riesco a controllarlo?
Perché devo stare così male? Perché so che è una cosa psicologica eppure non riesco a scacciarla?
Io davvero, metto tutto me stesso e cerco di combattere questa cosa, ma non vuole andarsene.
Non riesco ancora ad accettare ciò che mi è successo oggi, sono un po' alterato con me stesso per quello che mi sta capitando. Ma soprattutto, vorrei capire il perché.

Beh, ora cerco di starmene tranquillo.
Devo pensare solo a cose positive.
Voglio riprendermi al più presto e smetterla di stare così.




lunedì 20 gennaio 2014

hope

Ed ecco che è riniziata la settimana.
Ormai si sta già concludendo questo primo mese del 2014.
Passa troppo veloce il tempo.

Venerdì, quando ho aggiornato ero davvero triste e malinconico.
Mentre scrivevo le ultime parole del post, stavo esaurendo tutte le forze.
Infatti, mi sono addormentato poco dopo.
Il fine settimana è stato molto tranquillo: non sono uscito di casa e l'ho passato guardando film, leggendo e stando con la mia famiglia. Cosa molto strana.
Mi sono rilassato e ho recuperato un po' di forze, anche se penso avrei potuto sfruttarlo in modo migliore, è andata bene così.
Questa notte non ho dormito molto, il pensiero della scuola mi turbava molto.
Mi sono alzato prima delle sei, mi sono vestito e ho fatto colazione. Tutto con molta calma.
In quest'ultimo periodo non sto curando molto il mio aspetto fisico.
Oltre a non farmi la cresta, per non attirare troppo l'attenzione, non mi preoccupo nemmeno del resto.
Quindi, spesso e volentieri, guardandomi allo specchio mi faccio davvero schifo.
Invece stamattina, mi piacevo. Già questo, era un motivo per cominciare bene la giornata.
Il tempo sui mezzi che mi portano a scuola, è passato velocissimo, quindi è andato tutto bene.
Probabilmente perché avevo la mente troppo occupata a pensare alla musica che ascoltavo e ai messaggi che mi scriveva Ruben. Boh, era dolcissimo.
Per quanto riguarda la scuola, la giornata di oggi è andata bene ed è passata anche in fretta.
Durante la mattinata, ho pure messaggiato con la mia prof d'inglese, ovviamente durante le pause.
E' sempre molto carina con me. Mi ha detto che per qualsiasi cosa, anche solo per parlare, lei c'è.
Oltre a questo, alla quarta ora la prof di cultura umanistica, mi ha trattenuto fuori dall'aula.
Abbiamo parlato di cosa mi succede in questo periodo e mi ha fatto sfogare molto.
Inoltre, ha chiamato un suo amico psicologo che lavora nel consultorio accanto alla scuola.
E' riuscita a farmi avere un appuntamento per questo venerdì.
Mi ha detto che è una persona eccezionale e che mi aiuterà.
Dopo queste parole, non vedo l'ora d'incontrarlo e di parlarci.
Devo molto ai miei professori, mi stanno aiutando davvero tanto in questo periodo.

Ma la notizia più bella, arriva ora.
Ruben verrà da me questo venerdì e passerà il fine settimana da me.
Sto scoppiando dalla felicità. Se penso che tra quattro giorni lo potrò abbracciare, mi vien da piangere.
Quel ragazzo è la mia felicità, non potrei vivere senza di lui.

Oggi è stata davvero una bella giornata, devo essere positivo e credere in me stesso.
Nella vita s'incontrano ostacoli e si cade molte volte, l'importante è riuscire ad alzarsi ed andare avanti.
Probabilmente non riuscirò subito e ci vorrà del tempo, ma credo che ne uscirò più forte di prima.

Alla fine, nella vita ci sono questi imprevisti.
Bisogna trovare le forze per combatterli.
Spero domani la giornata scolastica vada bene come quella di oggi.
Come ultima cosa, lascio una citazione che sento molto vicina a me in questo periodo.

"Guarda cosa ho fatto a questa città con qualche bidone di benzina e un paio di pallottole.
Ho notato che nessuno entra nel panico quando le cose vanno "secondo i piani".
Anche se i piani sono mostruosi.
Se domani dico alla stampa che un teppista da strapazzo verrà ammazzato o che un camion pieno di soldati esploderà, nessuno va nel panico, perché fa tutto parte del piano."
-Joker.