Non ne posso seriamente più. Non penso di riuscire a farcela.
Io ci metto tutto me stesso ma non ho più le forze, non so per quanto riuscirò a vivere ancora così.
Prima di tutto, ho discusso con Ruben.
Non potevo tenermi più dentro le mie paure e insicurezze che si stavano concretizzando.
In quest'ultimo periodo, lo vedevo più distaccato. Come se mi desse per scontato.
Vedevo che metteva altre cose prima di me e del nostro rapporto.
Quando mi ha sempre dimostrato di mettere me prima di tutto. Non sentivo più questa cosa ora.
Se stavo male e gli chiedevo di vederci, l'avrebbe subito fatto. Ora, non credo.
Prima di metterci insieme, sapevamo entrambi che sarebbe stata una storia difficile data la lontananza e il resto, quindi gli ho fatto promettere che ci saremmo visti spesso e che la tristezza del non vederlo o di non averlo vicino, non sarebbe mai stata più forte della felicità che mi donava.
Mi ha detto che forse ci saremmo visti a fine febbraio, per le vacanze di carnevale.
Io un mese senza vederlo, non riesco a viverlo, si vede che abbiamo bisogni diversi.
Non è possibile che non riesce ad organizzare tra tutti i suoi impegni dei giorni che dedica solo a me.
Io già soffro nel vederlo solo due week end al mese, figuriamoci se si tolgono anche quelli.
Che cazzo di relazione diventa? Io ho bisogno anche di averlo accanto a me fisicamente.
Non posso non sentire il suo odore, non sfiorare le sue labbra e non vederlo per un mese.
Lui dice che per lui sono tutto, che vengo prima di ogni altra cosa.
Capisco davvero che lui abbia tanti impegni, la scuola prima di tutto.
Ma allora, non dire che vengo prima di tutto, se tutti i tuoi impegni vengono prima di me.
Non ce l'ho fatta e quindi mercoledì sera, l'ho chiamato e ne abbiamo parlato.
Sono stato duro fino alla fine, ero convinto sulla mia idea e dovevo portarla a termine.
Mi faceva male dire certe cose e soprattutto sentire la sua reazione, ma dovevo farlo, oppure ne avrei sofferto ancora di più, mettendomi una maschera e non affrontando questo discorso.
Io davvero non capisco se sia successo qualcosa, lui mi dimostra il suo amore e che mi posso fidare, ma sembra che lui riesca a vivere questa relazione anche senza vederci.
Nell'ultimo periodo, grazie a quest'ansia e agli attacchi di panico
Negli ultimi giorno ho concretizzato, che non erano solo paranoie, ma c'era qualcosa di vero di fondo.
Ho lasciato andare la mia vita, ho smesso di mettere me stesso sopra a tutto.
Questo non sarebbe egoismo, ma amor proprio. Io ho messo prima di tutto Ruben e la nostra relazione.
Io sto vivendo, solo per questo. Sento di non aver più uno scopo nella vita.
Non m'interessa se riuscirò a realizzare il sogno che ho sempre avuto di diventare un attore o un cantante, l'importante è che nel mio futuro ci sia Ruben.
Io mi alzo solo per sperare che il momento in cui me ne ritorni a dormire nel letto arrivi presto.
Così potrò contare un giorno in meno a quando sarò di nuovo vicino a Ruben.
E poi? Cosa succede? Arriva il momento in cui sono con Ruben, sto davvero bene, riesco di nuovo ad avere il sorriso e ad essere me stesso. Poi capisco che il tempo è poco e che presto ritornerà la routine.
Io non posso non sapere quando vedrò la prossima volta Ruben, perché sto vivendo di questo.
Solo pensare, che per lui non è la stessa cosa, che riesce a vivere bene senza vedermi e che ci potrebbe essere altro prima di me, prima di noi, mi uccide.
Io mi fido di Ruben, posso capire davvero quanto sia stressato con la scuola e con gli altri impegni.
Quest'anno ha l'esame di quinta, frequenta il liceo linguistico e quindi capisco che ci sia molto da fare e da studiare. Mi provo a mettere nei suoi panni, provo a crederci quando mi dice che sta facendo davvero di tutto per noi e per vederci, ma non riesco a capire come lui riuscirebbe a vivere così.
Io sono davvero felice di come ho affrontato la cosa, di come ho parlato al telefono. Ero fiero di me.
Ciò che volevo dire con quella chiamata, era che io d'ora in poi, non avrei più organizzato ne stabilito le date in cui ci saremmo visti. Avrei lasciato tutto nelle sue mani, avrei lasciato fare a lui.
Ovviamente se lui non organizza le cose come avevamo stabilito e non gli da importanza, le cose cambieranno. Perché significa, che non mette davvero noi prima di tutto e che non è così importante vedermi. All'inizio della storia o anche solo dell'amicizia, era lui quello che insisteva e parlava continuamente di vederci, io mi sentivo benissimo, sentivo davvero che lui aveva bisogno di me e di un mio abbraccio, di una chiacchierata guardandoci negli occhi o solo di vedermi, per star bene.
Ora mi sentivo scontato e non sentivo più questa cosa che invece prima faceva.
Ovviamente, mi sento amato, ma questa cosa non la sento uguale a prima.
Io non lo voglio obbligare a fare questa cosa, ma io non riesco più a farla, perché ci sto troppo male quando mi dice che non sa quando ci vedremo e quindi ci restano solo parole e ipotesi.
Dopo che abbiamo discusso al telefono, lui è stato male. Non è andato nemmeno a scuola il giorno dopo. L'unica cosa che voglio, è che lui stia bene, che la nostra storia vada bene, di conseguenza starò bene anche io. Nei giorni seguenti, ho cercato d'abituarmi all'idea che non avrei più deciso ne saputo io quando ci saremmo visti, che non sapevo più niente e che avrebbe deciso tutto lui.
Ero abbastanza apatico, non ero molto felice, perché questo ha implicato un cambiamento nella coppia.
Se qualcosa andasse male, tutto potrebbe cambiare.
Se dovesse cambiare qualcosa nella relazione, dato che per me vale davvero tutto, non so cosa farei.
Io e Ruben ne abbiamo riparlato, mi ha detto che d'ora in poi, cercherà d'organizzarsi meglio.
Io mi fido di lui e spero davvero lo faccia. Non sentendosi obbligato, ma perché lo vuole davvero.
Giovedì, mi ha chiesto se mi andava d'andare da lui il prossimo fine settimana, come avevo programmato io il mese scorso e che in giornata l'avrebbe chiesto a sua madre.
Ho aspettato tutto il giorno da lui la risposta di sua madre, per vedere se potevo andare o meno.
Poi mi ha detto che aveva litigato con sua madre e quindi sicuramente non era il momento giusto per chiedere se potevo andarli a trovare. Nella mattina ho visto lo psicologo, abbiamo affrontato discorsi di varia natura insieme che dobbiamo continuare la settimana dopo. Come l'ultima volta è riuscito a tranquillizzarmi e a farmi sfogare. Peccato che il tempo sia poco e che ci sia una seduta a settimana.
Nel pomeriggio di giovedì, ho deciso di reagire, che ero forte e che avrei smesso con questo periodo buio. Quindi dopo più di un mese che non lo facevo, mi sono colorato i capelli e ho fatto la cresta.
Ho fatto la tinta verde, mi sono rasato i lati e finalmente mi son rifatto la cresta.
Pensavo che stavo ritrovando la forza e la fiducia in me stesso e che mi stavo finalmente per rialzare.
Forse avrei rivisto presto il vecchio Michael e l'ansia se ne sarebbe andava via.
Ero pronto per affrontare il giorno dopo.
Ed eccoci ad ieri, venerdì.
Tutti erano felici di rivedermi con la cresta: famiglia, compagni, professori e amici.
Infatti, mi han detto che sembravo di nuovo me stesso e che nell'ultimo periodo non ero più io.
All'inizio tutto sembrava andare bene, come sempre il giudizio degli altri non m'interessava ed io ero fiero di me e della mia cresta.
Ma, durante la verifica di matematica, ho iniziato a pensare all'esame che avrò a fine anno, al tempo che scorreva e al fatto che non riuscivo a concentrami sulle domande.
L'ansia m'accompagnato per tutta la verifica fino al suono della campanella.
Il resto della mattina è andato bene e anche con Ruben le cose sembrava stessero ritornando come prima. Mi ha detto che appena arrivato a casa, avrebbe chiesto a sua madre per il week-end.
Nel pomeriggio sono stato con mia cugina, mi ha fatto qualche foto e forse guardandole ho trovato una piccola parte d'autostima che avevo perso, anche se è una parte minima in confronto al resto.
Poi come sempre, improvvisamente, l'ansia mi ha assalito.
Ho iniziato a pensare a quanto la mia vita non avesse uno scopo, a quando rivedrò Ruben, a quanto è difficile affrontare la routine con tutti questi problemi e sono andato nel panico.
Inoltre era ormai sera e della risposta che mi doveva dare Ruben, non sapevo ancora nulla.
Sentivo dolori anche fisicamente, nausea e male allo stomaco.
Come se non bastasse, il mio piccolo mondo in cui mi sono sempre rinchiuso si è rivoltato contro di me.
Io sono visionario e quindi spesso vede delle cose e la realtà in un modo diverso.
Ho sempre adorato questa parte di me, ma ieri sera, ieri sera è stato orrendo.
Sia ad occhi aperti che chiusi, vedevo cose orribili.
Uomini deformati, bambole che cadevano, oggetti di morte e sangue ovunque.
Ero nel letto, non riuscivo a respirare e nemmeno a muovermi. Credevo di morire.
Sentivo il bisogno di tagliarmi, dopo tutto questo tempo che non l'avevo più fatto.
Da quel giorno in cui ho visto Ruben per la prima volta, non l'ho più fatto e non capivo che mi succedeva in quel momento. Pensavo che ormai fosse finita, che non avesse più senso vivere.
Infine, ho scritto a Ruben, si è preoccupato e mi ha chiamato.
Siamo stati al telefono tanto tempo, finché non mi son ripreso e son riuscito ad andare a dormire con i miei, perché in camera mia, in quale situazione e con quelle visioni non ce l'avrei fatta.
Non ricordo molto di ciò che ci siamo detti, stavo davvero malissimo.
Però ricordo che in un momento l'ho sentito davvero vicino, come se fosse qui.
Esattamente una settimana fa, in quel momento, eravamo sul letto abbracciati.
Oggi sono praticamente con il morale a terra, mi sento davvero tanto debole anche fisicamente.
Penso a ciò che sarà della mia vita, penso ad un futuro con Ruben e voglio stare bene al più presto.
Ruben mi ha detto che sua madre non vede l'ora di vedermi la prossima settimana.
Io spero di riacquistare un po' di forze, perché dopo ieri sera sono distrutto.
Non so se andare o meno da Ruben. E' ovvio che io voglio andare e abbracciarlo.
Ma poi? Se non ci dovessimo vedere per tre settimane, quindi nuovamente fino alle vacanze di carnevale? Se poi non decidesse un'altra data prima delle vacanze in cui saprei sicuramente di vederlo?
Io ho bisogno di queste certezza per andare avanti, di sapere quando potremo abbracciarci di nuovo e non di vedere solo il momento in cui io me ne vado via da lui, ci salutiamo alla stazione e si ritorna alla routine senza uno scopo. Non so che fare, forse se riesco a resistere a non vederlo fino alle vacanze di carnevale, m'abituerò a questa cosa, accetterò la distanza e forse non starò più così male ne ci sarà bisogno di discutere per decidere quando vederci. Anche se non è giusto, non so davvero che fare.
La cosa che mi da più fastidio di tutte, è che se non ci fosse questa lontananza tutto andrebbe bene.
Ne sono convinto. Non so che darei, per abitare vicino a lui, andare la sera a suonargli il campanello e dopo una giornata di studio coccolarlo finché non s'addormenta.
Mi manca da morire, ma io non posso vivere così. Devo vivere per noi, per lui ma anche per me.
Spero solamente di essere davvero la sua felicità, il suo sorriso e il suo tutto, anche dopo di questo.
Parlando sempre di lontananza, mi manca da morire Cinzia, la mia migliore amica.
Se qui ci fosse lei, tutto andrebbe meglio. Saprei cosa fare durante i pomeriggi e lei non permetterebbe che io stia così male e troverebbe qualcosa da fare per farmi passare tutto o distrarmi.
Mi mancano i miei compagni del liceo, mi manca stare con loro e mi manca il clima di quella scuola.
Se non fosse per i professori stupendi che ho ora e che invece là non esistono, sarei già tornato.
Per l'ultima cosa, oggi ho provato a parlare con i miei di quanto mi manchi Cinzia, Ruben e anche i compagni del liceo, dato che mi chiedevano ripetutamente perché ero così triste.
Loro più che starmi vicino, mi hanno dato contro, facendomi notare che sono assurdità e cose che non sono possibili. Gli ho detto di non interessarsi più di questo problema perché mi fanno stare più male che bene. Mi spiace, capisco che loro non ci sono dentro e vogliano fare qualcosa per aiutarmi, ma non lo fanno nel modo giusto, non gli chiedo di lasciarmi in pace, ma solo di non peggiorare la situazione.
Beh, alla fine ho passato il pomeriggio aggiornando il blog, non ricordo bene tutto quello che ho scritto perché l'ho scritto spontaneamente, però scrivere mi ha aiutato a sfogarmi.
Spero di aggiornare presto e spero soprattutto di aggiornare con notizie positive.
Sotto metto una foto fatta ieri, delle persone per me importanti mi hanno detto che è davvero bella e che adorano il mio sorriso. A me non piace il mio sorriso, ma spero davvero che a loro trasmetta qualcosa.
"Quando la distanza diventa solo un numero, entriamo in gioco noi.
Non importa quante ore di viaggio dividano le nostre vite,
il pensiero che un giorno si possano incrociare annulla il resto."
Smile.